Patresi è una frazione formata da due nuclei, Mortaio e La Guardia, rimasti quasi immutati per secoli fino all’arrivo del turismo, alla fine degli anni ’50.
Prima di allora, i contadini di Patresi e quelli di Colle d’Orano facevano a gara fra chi aveva le vigne più belle, quando la principale fonte di economia era il vino, che veniva trasportato via mare, spesso fino alla Liguria.
Patresi era raggiungibile solo via mare o attraverso le strette mulattiere fino agli anni ’50, nonostante il grande ponte a 4 arcate fosse stato costruito già nel 1939 e realizzato con pietra locale scavata dagli abitanti.
Il tratto di Punta Nera che ha chiuso l’anello stradale è stato scavato nel granito solo alla fine degli anni ’50 al prezzo di enorme pericolo e sacrificio dagli abitanti finché nel 1960 la strada è stata asfaltata.
Simbolo del paese, il Faro di Punta Polveraia è stato eretto su una precedente postazione di avvistamento e inaugurato nel 1909.
Patresi visto da Colle d'Orano
Patresi dalla gola di Morcone
Patresi - Il mare com'era Il mare, il molo e la fornace si presentavano così nel 1957. Il punto di ristoro fu poi distrutto dal mare e dal vento.
Lavatoio sulle coti dell'Uviale Il lavatoio dell'Uviale, presso Cote alla Muta, era il luogo in cui le donne di Patresi si recavano con la bagnarola, il sapone e la lisciva, per lavare i panni in estate come in inverno.
Probabile origine del nome è da mota, che significa fango.
Probabile origine del nome è da mota, che significa fango.
Serroni, Colle d'Orano e Monte Coscia Rilievi intorno a Patresi.
Case sparse a Patresi
Negli ultimi anni il territorio è stato valorizzato grazie alla riscoperta della Cipolla di Patresi, un ortaggio a rischio estinzione, recuperato grazie all’Università S. Anna di Pisa.
Patresi è una delle estremità della GTE, la Grande Traversata Elbana, il cammino che collega l’estremità orientale con quella occidentale dell’Isola.
La prossima tappa è Sant’Andrea, un altro gioiello incastonato fra granito e mare che si trova proseguendo verso nord.