Pomonte
6- Elba Ovest: Cavoli-Sant’Andrea

Pomonte

Pomonte deve il suo nome all’originaria forma Pedemonte (‘ai piedi del monte’, in riferimento al Monte Capanne, o da ‘post montem’ e quindi ‘dietro il monte’). La valle è stata abitata fin da tempi antichissimi grazie alla ricchezza di acqua, alla fertilità della terra e alla presenza del granito.

Prima degli anni ’50 la valle alle spalle di Pomonte era una spettacolare opera di coltivazione a terrazzamenti, che arrivavano fino alla cima della montagna, realizzati con la tecnica dei muretti a secco, Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, che raccontano il sudore e gli enormi sacrifici dei contadini.

Nel periodo della vendemmia, l’uva veniva portata dai terrazzamenti coi fitti filari di viti fino alle cantine della valle, detti magazzeni o magazzini, dove si produceva un vino robusto. Vista l’assenza di strade, il vino veniva trasportato via mare fuori Elba e costituiva la principale fonte di sostentamento.

 

 

Vista di Pomonte
Vista di Pomonte

Data (testuale)
Anni '00-'10
Con l'asino al Piano ai Sorbi
Con l'asino al Piano ai Sorbi

Giovanni Costa con il suo asino al Piano ai Sorbi, con alle spalle la valla ta di Pomonte.

Data (testuale)
Anni '70
Terrazzamenti nella vallata di Pomonte.
Terrazzamenti nella vallata di Pomonte.

L'ampia vallata di Pomonte intensamente coltivata a vigneto grazie ai terrazzamenti realizzati con la tecnica dei muretti a secco, riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.

Data (testuale)
Primi anni '80

“Era l’estate del 1943, mamma aveva 12 anni e per la prima volta si recò Marina di Campo. Ci andò a piedi  con nonna e altri paesani per poter macinare il grano di contrabbando durante l’occupazione tedesca.”

Liana Peria

Le testimonianze raccolte da Liana Peria, gettano nuova luce sulla vita quotidiana dei pomontinchi: da Pomonte si tendeva sempre a raggiungere Marciana che era il paese storico di appartenenza e il principale riferimento per tutte le necessità. Per i pomontinchi Marina di Campo era una meta molto meno utilizzata. Semmai si saliva a San Piero passando per la strada di montagna della Valle dei Mori e Grottaccia.

Un’altra importante attività era l’estrazione e la lavorazione del granito. Scendendo al mare, sulla destra, sulla scogliera del Calello, è visibile un antico manufatto di legno che serviva per sollevare i grandi blocchi di granito e caricarli sulle imbarcazioni, chiamato ‘bigo’.

Il nucleo originario del borgo si trovava a 460 m di altitudine nell’ampia Valle di Pomonte e fu distrutto, secondo la tradizione storiografica, durante gli attacchi dei pirati Khayr al-Din Barbarossa (1544) e Dragut (1553).

Pomonte è uno dei punti dei due estremi occidentali (l’altro è Patresi) della GTE, la Grande Traversata Elbana che attraversa l’Elba da est a ovest. Percorrendo i sentieri che partono da qui è possibile comprendere meglio la fatica e i sacrifici degli abitanti di questo paese affacciato sulla Corsica che regala tramonti straordinari.

Queste spiagge sono esattamente l’omonima spiaggia di Pomonte, l’Ogliera e Relitto. Quest’ultima prende il nome dal relitto di una nave mercantile, la Elviscott, affondata negli anni ’70.

Panorama di Pomonte
Panorama di Pomonte

Data (testuale)
Anni '50
Due bambine nei pressi di una vigna a Pomonte.
Due bambine nei pressi di una vigna a Pomonte.

Due bambine sedute nei pressi di una vigna in paese, vicino all'attuale chiesa, e sullo sfondo le montagne intensamente coltivate.

A sinistra Rita Piacentini, a destra sua cugina Anna Galeazzi.

 

Data (testuale)
Anni '50
Pomonte - La nave Elviscot sugli scogli dell'Ogliera
Pomonte - La nave Elviscot sugli scogli dell'Ogliera

Il naufragio della nave mercantile Elviscot, sulla rotta da Napoli a Marsiglia, avvenne davanti alla costa di Pomonte il 10 gennaio 1972.

Data (testuale)
1972